Psicobiotici e asse intestino - cervello - Bromatech Milano

Gli psicobiotici: la nuova frontiera nel trattamento integrato di ansia, stress, insonnia e sindrome dell’intestino irritabile

Marcello Romeo, MD, PhD
Docente Master in Nutrizione Umana Università degli studi di Pavia

L’intestino per molto tempo è stato considerato un organo di “periferia” dell’organismo deputato a svolgere soltanto funzioni secondarie rispetto a più “nobili” attività svolte da altri organi quali ad esempio cuore e cervello.


Oggi, alla luce delle numerose evidenze scientifiche pubblicate, l’intestino viene considerato organo di fondamentale importanza nel mantenimento del nostro stato di salute e di benessere contribuendo anche alla nostra salute psichica essendo sede di un “secondo cervello”, dotato di “intelligenza e di “capacità emozionale proprie”.

Oltre 100 milioni di neuroni presenti nel ns intestino tenue che, sommati a quelli presenti a livello esofageo, stomaco ed intestino crasso, superano di gran lunga la popolazione neuronale del nostro midollo spinale.

Il nostro cervello intestinale può essere considerato un vero e proprio “centro di elaborazione dati”. Infatti, la molteplicità di neurotrasmettitori presenti nel nostro intestino suggerisce che il “linguaggio” utilizzato dai neuroni del SNE sia ricco e simile a quello del cervello nella sua complessità. Serotonina, Dopamina e Gaba vengono in parte prodotti direttamente da alcune specie batteriche presenti nel nostro microbiota intestinale.


Questo secondo cervello comunica perfettamente con il nostro cervello superiore con un complesso ed articolato sistema di comunicazione bidirezionale e tale sistema implica l’intervento di vie neurali, endocrine, immunologiche e metaboliche che riconoscono l’intervento del nostro “microbiota intestinale”.


In condizioni di buona salute, la predominanza di batteri “amici”, una barriera intestinale intatta, un’ immunità innata sana sono in grado di controllare la crescita eccessiva di batteri patogeni all’interno del nostro intestino contribuendo ad una migliore funzionalità dell’asse intestino-cervello.


In condizioni di stress e / o di malattia, la disbiosi intestinale ovvero un’alterazione del normale equilibrio del nostro microbiota, può influenzare negativamente l’intestino determinando un’inadeguata funzionalità dell’asse intestino-cervello con conseguenze importanti sulle funzioni del sistema nervoso centrale.

In condizioni di stress e / o di malattia,  infatti, l’integrità della barriera epiteliale è compromessa diventando permeabile. Ciò determina la traslocazione di batteri patogeni o loro sottoprodotti attraverso la mucosa a siti extraintestinali.

La conseguenza è l’attivazione di una esasperata risposta immunitaria sistemica caratterizzata da un aumentata produzione di mediatori proinfiammatori periferici.


Numerose evidenze scientifiche confermano il ruolo esercitato dal nostro microbiota nel modulare non soltanto la funzionalità del nostro intestino ma anche delle nostre emozioni, del nostro umore e delle nostre capacità cognitive.

Alterazioni del tono dell’umore quali ansia, depressione e sindrome bipolare ma anche malattie neurodegenerative quali la malattia di Parkinson, l’Alzheimer e la sclerosi multipla, oggi, riconoscono nella loro insorgenza l’intervento di uno stato di disbiosi intestinale con conseguente alterazione della risposta immunitaria del paziente ed uno stato infiammatorio in grado di estendersi al cervello (neuroinfiammazione).


Le ricerche sul ruolo della flora intestinale sui comportamenti umani, in particolare sull’ansia, sulle paure, sullo stress e in generale sulla nostra salute mentale,  stanno evidenziando delle nuove opportunità terapeutiche da integrare con le cure attualmente disponibili.


I ricercatori dell’Università di Cork diretti da Tedd Dinan neuroscienziato dell’Università di Cork in Irlanda, hanno, infatti, dato  l’avvio ad una nuova braca della medicinna modera: la Psicobiotica che ha come oggetto lo studio del rapporto tra flora batterica intestinale, il, cosiddetto Microbiota e la nostra salute mentale.

Nel 2013 viene, pertanto, introdotto per la prima volta in letteratura il termine psicobiotico per indicare la possibilità di utilizzare un’integrazione probiotica mirata con specifici ceppi batterici probiotici, con l’obiettivo di migliorare le funzioni cognitive, di ridurre i livelli di stress e di ansia, di migliorare il nostro umore e attenuare i sintomi della depressione e ottimizzare la qualità del nostro sonno. Con semplici parole, possiamo affermare che alcuni batteri probiotici possono essere integrati ai comuni farmaci utilizzati nella pratica clinica per migliorare la nostra salute mentale.


La possibilità di intervenire con batteri probiotici per migliorare il nostro tono dell’umore si somma alle numerose altre possibilità di intervento: i probiotici infatti stanno dimostrando di essere particolarmente utili in diverse patologie: dalla sidrome dell’intestino irritabile, alla diarrea da antibiotici, a patologie più complesse come le malattie infiammatorie croniche dell’intestino ed altre ancora.

Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus acidophilus e Lactobacillus reuteri, oggi, considerati psicobiotici hanno dimostrato di poter intervenire sulla nostra psiche.

Ancora una volta la ricerca conferma il ruolo dei nostri batteri intestinali nel mantenere il nostro potenziale stato di salute e di benessere e che l’assunzione di una terapia probiotica mirata può essere un ausilio utile anche per il nostro cervello e la nostra psiche oltre che per il nostro intestino.

Microbioma e microbiota - Bromatech Milano

Microbioma o Microbiota: quale differenza c’è?

Negli ultimi anni, nell’ambiente medico-scientifico viene sempre più utilizzato il termine “microbioma” e, spesso e volentieri, viene confuso con “microbiota”.


Dunque, prima di addentrarci nello specifico degli argomenti del blog, è bene spiegare la differenza che intercorre tra “microbioma” e “microbiota”.


Tutto ha avuto inizio tra gli anni Novanta e l’inizio del Duemila, quando alcuni scienziati americani compirono diversi studi per mappare i geni umani; si aspettavano di trovare un corredo genetico composto da diverse migliaia di specie differenti.

Contro ogni aspettativa, la mappatura del genoma umano fece emergere un dato sorprendente: l’uomo non è fatto di geni, bensì di microbi.


Infatti, l’essere umano contiene al suo interno solo 20.000 geni (pensate che è lo stesso numero che compone un topo). Questo significa che la complessità dell’uomo deriva dai virus e dai batteri che vivono dentro di noi.


Siamo, dunque, un insieme vitale di microbi e cellule corporee, senza i quali non saremmo niente.


MICROBIOTA


Quando si parla di microbiota si fa riferimento alla totalità dei singoli microrganismi e dei virus che vivono e colonizzano uno specifico ambiente, in un determinato tempo.


Agli occhi degli scienziati, la presenza del microbiota è fondamentale per il mantenimento dello stato di salute. Le sue funzioni sono varie ed essenziali: regola l’attività metabolica, influenza gli stati psicologici ed è cruciale per lo sviluppo del sistema immunitario.

Dove si trova la popolazione microbiotica? E’ concentrata per lo più nel tratto intestinale ma, tranne cervello e sistema circolatorio, nel corpo umano sono presenti circa 38.000 miliardi di batteri.


MICROBIOMA


La totalità del patrimonio genetico posseduto dai microbioti è denominata “microbioma”. Un patrimonio di batteri e cellule indispensabile poiché, oltre a regolare la nostra salute, ci caratterizza.

I batteri eubiotici sono così importanti? Lo sono a tal punto che, negli ultimi anni, gli scienziati hanno iniziato a considerare il microbioma un vero e proprio organo. Per la precisione, un organo endocrino aggiuntivo, che contribuisce al funzionamento degli apparati interni e delle principali funzioni umane.


Microbioma o Microbiota: quale differenza c'è? 1
Un riassunto delle principali differenze tra microbiota e microbioma
Microbiota - Bromatech Milano

Il Microbiota è importante per il corpo umano. Perché?

Abbiamo già affrontato la differenza che intercorre tra microbioma e microbiota, a questo punto è necessario capire per quale motivo il microbioma è importante per il corpo umano.


Iniziamo analizzando le sue funzioni principali.


Il microbiota interviene durante i processi digestivi, facilitando l’assorbimento dei nutrienti e condizionando, anche, lo sviluppo del sistema immunitario.

Per questo motivo, un’alterazione del microbiota può influire notevolmente sull’andamento di patologie come l’obesità, le disfunzioni metaboliche, gli stati allergici e le malattie infiammatorie intestinali. Ad esempio, il microbiota regola l’assorbimento di nutrienti limitando la produzione di potenziali componenti tossiche.


I microrganismi che si trovano nell’intestino, inoltre, agiscono come barriera contro i patogeni e condizionano la produzioni di energia e lo sviluppo del sistema immunitario.


È bene ricordare che nel nostro corpo convivono batteri importanti per i processi di fermentazione che, se facenti parte dei microbioma, possono essere utili ma, se presi singolarmente, possono essere pericolosi.


RAPPORTO CON LE PATOLOGIE


In generale, teniamo in considerazione che tutti i microrganismi che compongono il microbiota vivono in equilibrio dinamico tra loro e per questo possono influenzare fortemente la salute dell’uomo. Come?


Interagendo, non solo tra loro, ma anche con il sistema immunitario, i microrganismi del microbiota possono intervenire sullo sviluppo di alcune malattie, ma anche svolgere un ruolo nel preservare il benessere dell’individuo.


Cosa influenza l’equilibrio del microbioma?


L’alimentazione, lo stile di vita e lo stress. Vediamo nello specifico cosa succede quando il microbiota di trova in stato di disbiosi (quando cioè perde il suo equilibrio).


Lo stato di disbiosi porta ad un peggioramento della salute; possono instaurarsi processi infiammatori anche cronici. Questa condizione, denominata inflamming, può essere dovuta allo stato di disbiosi sommato a patologie infiammatorie correlate all’età, come il diabete, l’obesità, la sindrome metabolica.


COME MANTENERE IN SALUTE IL MICROBIOMA?


Innanzitutto, è importante seguire una dieta sana ed equilibrata. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che la dieta mediterranea, ricca di vegetali e fibre, influenza positivamente il microbiota. Al contrario, una dieta ricca di zuccheri e grassi incide negativamente sia sulla salute del microbiota, sia sul suo funzionamento.


Come abbiamo già anticipato, uno stile di vita malsano e lo stress possono pregiudicare il funzionamento del microbioma e quindi anche il nostro stesso benessere.

Conoscere il microbioma e sapere come preservarlo è necessario in un’epoca come questa, in cui ci troviamo a vivere in un ambiente con un’alimentazione ed uno stile di vita sfavorevoli.

Eubiosi e disbiosi - Bromatech Milano

Alla scoperta dell’Eubiosi e della Disbiosi

In ambito scientifico è necessario conoscere la differenza tra eubiosi e disbiosi, dunque proviamo ad analizzarle singolarmente.


EUBIOSI


Forse non tutti lo sanno ma, all’interno del nostro corpo ci sono più di 500 tipologie diverse di microorganismi che concorrono al nostro benessere. A questo punto, è bene specificare che, quando si parla di Eubiosi, si fa riferimento per lo più all’eubiosi intestinale, che è il luogo in cui si concentra la maggior parte dei microrganismi microbiotici.


Per “eubiosi” si intende l’equilibrio microbiotico nel nostro corpo. Ci si riferisce, cioè, all’armonia che c’è tra flora batterica intestinale ed organismo.

Nel momento in cui questo corretto bilanciamento viene interrotto, ci troviamo in una condizione conosciuta come “disbiosi”.


DISBIOSI

Con il termine “disbiosi” si fa riferimento ad uno squilibrio microbico sulla superficie o all’interno del corpo. Può essere causata da diversi fattori: l’abuso di alcol, una dieta inadeguata e la ripetuta ed inappropriata assunzione di antibiotici, che intaccano la flora batterica creando quindi uno scompenso.


Quando questo equilibrio viene alterato, le colonie batteriche presenti nel nostro corpo hanno una minore capacità di controllare la crescita reciproca. Che cosa comporta questo fenomeno?

Si può arrivare ad una proliferazione incontrollata che danneggia gli altri batteri, è dunque un circolo vizioso che è difficile interrompere.

Facciamo un esempio.


Le colonie microbiche hanno, tra gli altri, anche il compito di espellere le tossine. In circostanze normali, il corpo gestisce senza difficoltà il processo di espulsione. Ma, quando le colonie microbiche raggiungono dimensioni inappropriate, eliminano una quantità sproporzionata di tossine, sovraccaricando i meccanismi di rimozione delle tossine dal corpo.


Quando si parla di disbiosi, ci si riferisce quasi sempre alla disbiosi intestinale: un’alterazione della flora batterica enterica che può compromettere la funzionalità intestinale e causare diversi di disturbi.


Per contrastare questa condizione, è necessario ripristinare in tempi relativamente rapidi l’equilibrio intestinale. Come? Con l’assunzione di probiotici.


Cosa sono i probiotici? L’OMS li definisce “microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute”. Si tratta di “batteri buoni” che sopravvivono nell’organismo raggiungendo la mucosa intestinale e, dopo averla colonizzata, diventano parte integrante del microbiota.


I probiotici hanno la capacità di trattare non solo le malattie correlate alla disbiosi, ma anche la loro causa sottostante, ad esempio sopprimendo l’infiammazione del microbiota ed interrompendo la colonizzazione da parte di agenti patogeni.